Oggi, in occasione della Giornata Mondiale della Prematurità, tante sono le iniziative organizzate in Italia. Unisciti a quella più vicina per:
Proprio in questa occasione, il prof. Costantino Romagnoli, presidente della SIN, Società Italiana di Neonatologia, sottolinea che “Ogni anno in Italia quarantamila neonati (6.9% dei nati vivi) nascono pretermine, prima cioè della 37ª settimana di gestazione. La maggior parte nasce dopo la 32ª settimana, mentre circa il 2% nasce ad una età di gestazione inferiore alle 32 settimane. La mortalità neonatale dei pretermine è di poco superiore al 10%, ma la quota principale è rappresentata dai neonati pretermine con età gestazionale <30 settimane (30-35%). I sopravvissuti sono spesso gravati da disabilità più o meno gravi, inversamente proporzionali all’età gestazionale (0,5-1% al di sopra delle 32 settimane e 10-20% sotto tale epoca gestazionale). Si tratta di un fenomeno in crescita, diventato un problema di salute pubblica, che deve essere considerato in termini di prevenzione, cura e assistenza e che induce a riflettere sull’inizio vita in modo sempre più responsabile.”
L’aumento del neonati pretermine ha un’influenza anche sul costo sanitario legato alle cure riservate ai prematuri, per garantirne la sopravvivenza e ridurre patologie e disabilità permanenti.
Per ogni prematuro grave (< 28 settimane) che sopravvive, infatti, i costi oscillano tra i 100 e i 300 mila euro a seconda della patologia che presentano, cui vanno poi aggiunti quelli per le eventuali complicanze a distanza (riabilitazione, sostegno scolastico ed eventuale terapia dell’handicap) e che incidono sulla organizzazione del nucleo familiare.
E’ un fenomeno in crescita a livello globale che grazie all’informazione e alla prevenzione può essere ridotto.